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L’assemblea condominiale ai tempi del Coronavirus

E se fosse in videoconferenza?


Come noto a tutti, già dai primi decreti emanati dal Governo per gestire l’emergenza Coronavirus è stata vietata qualsiasi forma di assembramento.

Inizialmente non c’è stata unanimità nel ritenere che in questo divieto fossero comprese anche le assemblee condominiali. Così, molti amministratori hanno continuato imperterriti a convocare le assemblee e consentire il loro svolgimento, pur non potendo garantire il distanziamento sociale e, di conseguenza, il contenimento dei contagi.

Poco a poco però il quadro si è fatto più chiaro ed in questo hanno sicuramente aiutato le ormai famose FAQ sul coronavirus (sezione Riunioni, raggiungili a questo link) dove si legge:

Sono vietate le assemblee condominiali? Sono da considerarsi assembramenti di persone?

Sì, le assemblee condominiali sono vietate, a meno che non si svolgano con modalità a distanza, assicurando comunque il rispetto della normativa in materia di convocazioni e delibere”.

Nessun dubbio dunque: niente assemblee di persona.

E se le facessimo a distanza?

Perché no!

In fondo, in questo periodo di grave emergenza la tecnologia sta contribuendo parecchio a ridurre virtualmente le distanze.

Pensiamo allo smart working o semplicemente all’uso sempre più frequente delle videochiamate per restare “vicini” ai propri cari.

Perché dunque non utilizzare la tecnologia anche per le assemblee condominiali?

Del resto, la legge non lo vieta, anche se occorre fare attenzione per evitare di prestare il fianco a possibili impugnazioni delle delibere.

Senza voler entrare in una discussione giuridica che risulterebbe noiosa (del resto, la materia condominiale non è tra le più simpatiche del mondo giuridico) possiamo suggerire queste piccole indicazioni di base:

  • Quanto alla convocazione, sarebbe preferibile che il luogo di convocazione dell’assemblea fosse lo studio dell’amministratore, a patto che abbia una dotazione tecnologica adeguata. Non sembrerebbe però esclusa la possibilità per l’amministratore di tenere l’assemblea da casa propria;

  • I condomini potrebbero così partecipare all’assemblea in videoconferenza, collegandosi attraverso la piattaforma prescelta per lo svolgimento, oppure delegando una persona di propria fiducia (il che già avviene nelle normali assemblee “di persona”), preferibilmente indicando espressamente le proprie volontà in relazione a ciascun punto all’ordine del giorno;

  • Quanto alla regolarità delle operazioni, è sempre necessario che il Presidente verifichi le presenze e il rispetto dei quorum costitutivi e deliberativi;

  • La discussione sui punti all’ordine del giorno potrà svolgersi dunque a distanza, con espressione di un voto da parte di ciascun partecipante e calcolo delle relative maggioranze nei consueti termini;

Purtroppo, come ogni novità, l’assemblea in videoconferenza non è esente da rischi.

Tra questi, la possibile impugnazione della delibera.

Dire come potersi mettere al riparo da un tale rischio è purtroppo molto difficile, se non impossibile perché la normativa in materia condominiale è purtroppo lacunosa da questo punto di vista.

La soluzione?

Come sempre, il buon senso delle persone e, soprattutto, la speranza che la volontà di superare l’emergenza sia più forte della litigiosità.

 

Avv. Luana Liberti