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Emergenza Coronavirus. Come cambia la Giustizia

L'emergenza sanitaria ancora in atto nel nostro Paese ha determinato la necessità di ripensare l'organizzazione del sistema Giustizia. 


Questa emergenza ci ha costretti a nuove abitudini, a quotidiane restrizioni, a modulare la nostra esistenza in funzione della tutela della salute, nostra e di quella comune. 

Oggi - nonostante la Fase due e la "ripartenza" in molti settori della nostra vita - l'accesso ai Tribunali italiani sono regolamentati in modo serrato e rigido. 

Gli avvocati e gli operatori del settore devono sapersi adeguare. E in fretta. 

Le normali incombenze e gli accessi ai vari Uffici giudiziari sono disciplinati tramite procedure informatizzate, richieste on line e da una moltitudine di Protocolli "operativi" volti a riscrivere qualsiasi procedura giudiziaria, nei vari settori della giustizia.

Per assicurare il rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, gli accessi ai Tribunali devono essere limitati il più possibile. Questo vuol dire che è stato ripensato anche il modo di concepire e condurre l'udienza, ovvero il momento in cui gli avvocati, spesso insieme ai loro clienti, ed i giudici si incontrano di persona in un'aula per svolgere le normali attività processuali. 

 

Oggi si sono state individuate tre modalità in cui l'udienza può celebrarsi.

 

Per le udienze che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori delle parti, è prevista la modalità "virtuale", ovvero tramite lo scambio di note scritte. 

Questa è la modalità definita "preferenziale" in quanto non prevede alcun accesso e consente una forma spedita delle incombenze processuali.

In concreto il Tribunale fisserà una data di udienza "virtuale" o "figurata" a cui nessuno dovrà presenziare di persona. I legali avranno un termine, prima di tale udienza, per depositare  "note scritte" ovvero un documento in cui dovranno indicare per iscritto ciò che avrebbero riferito "di persona" al Giudice. 

Vi è la modalità telematica, ovvero da remoto

In questo caso Avvocato e Cliente (se necessario) si troveranno presso lo studio professionale del legale e lì si collegheranno in videoconferenza con il Giudice e le altre parti del processo, tramite una specifica piattaforma. L'udienza si svolgerà a video e i soggetti partecipanti saranno tutte le Parti del procedimento. Il Giudice potrà porre le proprie domande alle Parti come se esse fossero presenti nella propria aula di udienza. I difensori svolgeranno le loro difese, nel pieno rispetto del contraddittorio. 

La mancata partecipazione all'udienza telematica ha gli stessi effetti della mancata comparizione prevista dal codice di procedura civile, previa verifica delle comunicazioni di cancelleria da parte del Giudice.

Infine permane, per un numero  ristretto di  ipotesi, l'udienza "tradizionale", ovvero con la comparizione personale di avvocati e Parti nelle aule di udienza del Tribunale. 

La valutazione circa la necessità di ricorrere a tale modalità, è del Giudice. 

In questa ipotesi, tuttavia, è opportuno dire che avvocati, Parti e Giudici saranno tenuti al rispetto delle norme precauzionali dettate dalle istituzioni al fine di garantire la sicurezza sanitaria delle persone con cui si entrerà in contatto. 

 

Nel contesto che si profila, questa è la soluzione adottata nei nostri Tribunali per contemperare due esigenze fondamentali, quella della tutela della salute pubblica da una parte e quella del diritto di difesa dei cittadini. 

E' un cambiamento epocale; starà a noi adeguarci al meglio a tali innovazioni aprendoci a nuove prospettive e - forse - ad un nuovo modo di riorganizzare il sistema Giustizia.

  

Avv. Elena Moschella

Athena Avvocato Torino



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