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Separazione: ci si può opporre?

Separazione. E se non voglio? Posso impedirlo?


Avvocato Elena Moschella

Spesso è uno dei coniughi a maturare l’idea di separarsi.

E’ una decisione personale, intima, certamente sofferta, a volte l’unica possibile.

Uscire allo scoperto e affrontare l’argomento con il proprio marito o la propria moglie, non è cosa semplice.

Prendere l’iniziativa impone una comunicazione ufficiale delle proprie intenzioni; comunicazione che riverbera i propri effetti sul coniuge e poi sui figli, sulle rispettive famiglie d’origine, su amici e conoscenti.

La separazione non sempre è una scelta condivisa dai coniugi; capita che uno dei due subisca la scelta dell’altro di interrompere il matrimonio nonostante gli affetti condivisi, la famiglia creata negli anni, i figli e tutto ciò che in comune si è costruito.

Tuttavia questa è una scelta insindacabile.

Qualcuno si potrebbe chiedere se sia possibile opporsi alla separazione, o, più semplicemente, far finta di nulla rendendosi “passivo” rispetto alla separazione.

La risposta è diversa e impone delle riflessioni sulle conseguenze di tale comportamento.

Se la convivenza è diventata “intollerabile”, ognuno dei due coniugi può chiedere al giudice di pronunciare la separazione. L’intollerabilità può derivare da un clima conflittuale tra i due coniugi, da continue liti e tensioni o più semplicemente da una mera incapacità a vivere sotto lo stesso tetto per le ragioni più  diverse. Queste “ragioni” riguardano l’ambito soggettivo, interiore di una persona e, per questo motivo, non possono essere soggette a un giudizio.

Né l’avvocato, né il Giudice né nessun altro potrà mai pronunciarsi  su qualcosa che attiene alla propria sfera emotiva e sentimentale.

Quindi che fare se uno dei coniugi non vuole trovare un accordo circa la separazione?

Che fare se uno dei coniugi ignora le richieste volte ad incardinare la pratica in Tribunale?

La risposta è univoca.  Non diventare ostaggio della situazione, ma governarla.

Ottenere una separazione senza la partecipazione attiva dell’altro coniuge è possibile.

Per la pronuncia di separazione non è necessario che sussista una situazione di conflitto riconducibile alla volontà di entrambi i coniugi, ben potendo la crisi familiare dipendere dalla condizione di disaffezione e di distacco spirituale di una sola delle parti. In tal modo, il diritto di ciascun coniuge di separarsi rappresenta l'attuazione di un diritto individuale di libertà, riconducibile al combinato disposto degli art. 2 e 29 della Carta costituzionale.

La procedura di separazione, quindi, una volta avviata, prosegue anche se il coniuge non si presenta e non espone il proprio punto di vista.

Facciamo chiarezza.

Ci si può separare in due modi : attraverso una separazione consensuale con la quale i coniugi firmano un accordo di separazione, accordo che viene verificato e quindi ratificato, “omologato”, dal Giudice in Tribunale.   Se i coniugi sono d’accordo circa la separazione è altresì possibile, oggi presentare istanza presso il proprio Comune di residenza o formalizzarla tramite la procedura della negoziazione assistita con il necessario ausilio di due avvocati, ciascuno per parte.  

Oppure si può procedere attraverso una procedura giudiziale.

Ciò capita quando il coniuge che “subisce” la separazione si oppone per un qualsiasi motivo o quando lo stesso assume un comportamento di indifferenza, di non partecipazione.  

Il giudice dichiarerà lo stesso la separazione e in prima udienza darà il consenso ai coniugi a vivere “separati”, nonostante l’opposizione di uno dei due coniugi o l’assenza di uno di essi.

Non è quindi consigliabile opporsi alla domanda di separazione perché questo comportamento non ostacola il normale svolgimento del processo. Con o senza l’altrui collaborazione, la separazione verrà comunque pronunciata.

E’ invece importante analizzare le condizioni di separazione predisposte dal coniuge richiedente.

E’ fondamentale prende coscienza delle richieste altrui per potersi, eventualmente, difendere qualora esse siano inique o eccessive.

Il procedimento di separazione, infatti, avrà ad oggetto proprio le condizioni di separazione.

In questi casi i coniugi si troveranno avanti ad un giudice, ciascuno per sostenere e difendere i propri diritti.  Spesso nelle aule di Tribunale si discute sull’assegnazione della casa coniugale, sul regime di viste dei figli minorenni e sul loro mantenimento. Questi argomenti saranno analizzati e approfonditi durante il procedimento di separazione giudiziale; procedimento che è formato da un susseguirsi di udienze e di atti (memorie) presentati dai rispettivi avvocati.

Infine, se le motivazioni della richiesta di separazione dovessero trovare fondamento in una colpa altrui, cioè in una violazione dei doveri fondamentali del matrimonio (come la fedeltà e l’obbligo di convivenza, assistenza morale e materiale) in Tribunale si discuterà dell’esistenza di una “colpa” in capo ad uno dei coniugi. In tal caso verrà formulata una richiesta di separazione con addebito le cui conseguenze possono essere molto importanti per chi lo subisce.

In conclusione il consiglio è quello di prendere coscienza delle intenzioni del proprio coniuge; porsi in un atteggiamento di attesa o di immobilismo non paga e, al contrario, potrebbe rivelarsi estremamente dannoso per la tutela dei propri interessi.