Assumere personale risparmiando

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Una guida alle possibilità di assunzione che ci permettono di risparmiare.


La speranza che l’Italia possa uscire dalla parziale paralisi economica che sta vivendo è decisamente viva.

Quello che facciamo fatica ad immaginare è come potrà riuscirci.  

Ancora grandi sforzi saranno chiesti agli italiani: non solo alle famiglie ma anche ai datori di lavoro, che alle prese con i propri conti in tasca, dovranno stringere la cinghia per poter garantire un posto di lavoro ai propri dipendenti, visto il blocco dei licenziamenti contenuto nell’ultimo DPCM approvato.

Questo articolo vuole essere, se vogliamo, un’ulteriore speranza, per quei datori di lavoro che alla vigilia della riapertura delle proprie attività, si chiederanno: “E ora? Come farò ad assumere qualcuno se sono stato fermo per così tanto tempo? Esiste qualche sgravio che fa al caso mio?”

C’è da precisare che il decreto Cura Italia non ha previsto particolari sgravi contributivi per la ripresa produttiva (e non sappiamo se il prossimo decreto lo farà!), ma ricordiamo che per tutto il 2020 sono stati prorogati gli incentivi alle nuove assunzioni introdotti dalle Leggi di Bilancio degli anni precedenti.

Si contano più di una decina di incentivi attivi, di natura contributiva, per assumere “risparmiando” e, questi, sono volti alla tutela delle categorie di lavoratori più disparate.

Qui di seguito ve ne presentiamo alcuni.

Chiaramente, come sempre, se davvero questi sgravi possano applicarsi al Vostro caso concreto andrà valutata caso per caso.

Quella che vorremmo offrirvi, però, è una facile bussola per saper almeno dove indirizzare eventuali ricerche.

Ecco perché vi elenchiamo le agevolazioni (una sorta di indice) e poi andiamo ad analizzarle (in modo sintetico e, speriamo, facilmente comprensibile) singolarmente.

1.      Under 35 (Bonus Giovani) – si applica alle assunzioni di chi ha meno di 35 anni

2.      Bonus Sud – per le assunzioni fatte nelle regioni del Sud

3.      Over 50 – agevolazione per chi ha più di 50 anni al momento dell’assunzione

4.      Donne disoccupate

5.      Percettori di Naspi – ricordiamo che la Naspi è la ex disoccupazione

6.      Sostituzione di lavoratori / lavoratrici in congedo – ad esempio agevolazioni per sostituire lavoratrici in maternità

7.      Assunzioni di beneficiari di reddito di cittadinanza

1.      Under 35 (Bonus Giovani)

Come lascia intuire il nome stesso, il bonus si rivolge ai datori di lavoro che assumono, a tempo indeterminato, lavoratori che:

- non abbiano ancora compiuto il trentacinquesimo anno di età

e, anche

- che non abbia mai avuto un contratto a tempo indeterminato.

La durata del bonus è di 3 anni e permette di avere uno sgravio pari al 50% dei contributi INPS, fino ad un massimo di 3.000 euro all’anno.

L’incentivo è valido anche in caso di trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato del contratto (in tal caso, il requisito dei 35 anni deve essere verificato al momento della trasformazione).

2.      Bonus Sud

Buone notizie per le aziende del Sud, che assumono (o trasformano) a tempo indeterminato.

Per loro è previsto l’esonero, per un intero anno, del 100% della contribuzione previdenziale e fino ad un massimo di 8.060 euro.

In questo caso, non importa che il candidato abbia superato i 35 anni di età.

È fondamentale però che si tratti di un soggetto disoccupato e che non abbia un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi.

3.      Over 50

Altra categoria degna di tutela nel nostro ordinamento è quella dei lavoratori con esperienza.

Il bonus permette di combinare la necessità di esperienza da parte dei datori di lavoro e le esigenze lavorative di coloro che, secondo i dati statistici, fanno più fatica a rientrare nel mondo del lavoro se restano disoccupati.

Il bonus dà diritto ad uno sgravio contributivo per assunzioni di personale che abbia compiuto almeno 50 anni di età e che siano disoccupati dal almeno 12 mesi.

La misura dello sgravio consiste in una riduzione del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro, per una durata di 12 mesi, elevabili a 18 in caso di assunzione (o trasformazione) a tempo indeterminato.

4.      Donne disoccupate

“Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto” (Oscar Wilde).

Anche di far risparmiare il proprio datore di lavoro.

Infatti, ad estensione del Bonus Over 50, in caso di assunzione di donne, il datore di lavoro ha diritto ad uno sgravio contributivo pari al 50% dei contributi a proprio carico, la cui durata varia a seconda della tipologia di contratto:

-        12 mesi per assunzioni con contratti a tempo determinato;

-        18 mesi per assunzioni con contratti a tempo indeterminato (o in caso di trasformazione da tempo determinato a indeterminato).

Perché il datore possa accedere all’incentivo, la donna deve rispettare uno dei seguenti requisiti:

-        non avere impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi;

-        essere disoccupata da oltre 12 mesi con almeno 50 anni di età, ovunque residente;

-        fare parte di un settore economico caratterizzato da una accentuata disparità occupazionale di genere non inferiore al 25%.

5.      Percettori di Naspi

La Naspi, lo dicevamo, è l’ex disoccupazione.

Questo bonus prevede che i datori di lavoro che assumono, con contratto a tempo pieno e a tempo indeterminato, soggetti percettori di Naspi, hanno diritto ad un incentivo mensile pari al 20% nella Naspi non ancora percepita dal soggetto stesso, per ogni mensilità di retribuzione corrisposta al lavoratore.

Quindi, a grandi linee, se al dipendente spettavano 1.000 Euro di Naspi, al datore di lavoro vanno 200 Euro.

Per ogni mese di Naspi che il dipendente avrebbe continuato a prendere se, invece di tornare a lavorare, fosse rimasto disoccupato.

La durata dell’incentivo per il datore di lavoro dipende dai mesi residui di Naspi che sarebbero spettati al lavoratore.

Vien da sé, quindi, che l’incentivo si protrarrà per più tempo nel caso in cui tra l’istanza di concessione e l’assunzione non sia passato molto tempo.

6.      Sostituzione di lavoratori/lavoratrici in congedo

Interessante opportunità per il datore di lavoro che intende sostituire una propria risorsa quando questa si assenta dal lavoro, per fruire di congedi di maternità e paternità e l’azienda conta fino a 20 dipendenti.

A differenza degli incentivi visti sin ora, questo bonus interessa prettamente la tipologia di contratto a tempo determinato: vale a dire che si applica alle assunzioni a tempo determinato.

In caso di assunzione per sostituzione, il datore di lavoro ha diritto ad una riduzione del 50% dei contributi INPS e INAIL a carico dell’azienda.

Sappiamo bene che ci sono limiti numerici all’assunzione di persone a tempo determinato: questo tipo di contratto a tempo determinato non rientri nel calcolo nei limiti dei rapporti stipulabili previsti dal Decreto Dignità.  

7.      Assunzioni di beneficiari di reddito di cittadinanza

Con la circolare 104/2019, l’INPS fornisce le istruzioni su cos’è e come funziona lo sgravio contributivo per i datori di lavoro che assumono i beneficiari del tanto discusso reddito di cittadinanza (RdC).

Il beneficio spetta per assunzioni a tempo indeterminato e a tempo pieno (anche con contratto di somministrazione e apprendistato), e soprattutto è subordinato ad apposita pratica telematica da presentare tramite il portale agevolazioni dell’INPS.

Consiste nella possibilità di ottenere uno sgravio dei contributi previdenziali, da un minimo di 5 mensilità fino ad un massimo di 18, sottraendo agli stessi i mesi di RdC già percepiti e comporta un divieto di licenziamento per i 36 mesi successivi, con il recupero dei contributi non versati e sanzioni civili qualora si licenzi prima la persona assunta.

La misura del beneficio va calcolata tenendo conto delle mensilità già fruite dal lavoratore e può oscillare da un minimo di 3.900 euro ad un massimo di 14.000 euro circa, pur rimanendo nel limite mensile massimo di 780 euro.

La durata dell’incentivo varia in funzione del periodo di fruizione del RdC già goduto dal lavoratore assunto.

Il procedimento è tutt’altro che semplice: come primo step, il datore di lavoro deve comunicare, pena inammissibilità del beneficio, il numero di posti disponibili in azienda, sulla piattaforma dedicata allo strumento del RdC sul sito dell’ANPAL.

Sullo stesso sito, il datore di lavoro può inserire, modificare e pubblicare offerte di lavoro e può consultare i CV dei candidati che rispondono a determinate caratteristiche ricercate dall’azienda (ad esempio, il possesso di particolari patenti o la conoscenza di determinate lingue).

Infine, dovrà presentare domanda telematica per il riconoscimento dell’agevolazione sul sito dell’INPS “Portale-Agevolazioni”; l’INPS, una volta ricevuta la domanda telematica provvederà a calcolare la misura dell’importo spettante, la sua durata e a comunicare l’accoglimento della domanda con il relativo piano di fruizione.

Insomma, una bella (in teoria!) iniziativa che rischia di tramutarsi, tuttavia, in una trappola burocratica dalla quale in pochi riusciranno a scappare.

Dott.ssa Carmen Mastricci

Athena Avvocato Torino

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