Mi hanno licenziato. E adesso?

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Licenziamento. Quali sono i nostri diritti?


Avvocato Federico Ingenito

Mi hanno licenziato e penso non sia giusto, cosa posso fare adesso?

La legge prevede tre macro aree per motivare un licenziamento.

Un datore di lavoro, infatti, perché possa licenziare un lavoratore, dovrà motivare il suo provvedimento. Dire perché lo ha fatto.

Queste motivazioni possono riferirsi ad un giustificato motivo oggettivo; un giustificato motivo soggettivo o ad una giusta causa.

In sostanza, ci deve essere una ragione, e questa ragione deve essere spiegata chiaramente.

Lasciamo da parte quali sono le differenze tra i tre motivi. Quello che rileva è che un lavoratore, se ritiene ingiusto un licenziamento, dovrà muovere dei passi, se vuole che gli siano riconosciuti i suoi diritti.

Quindi: cosa deve fare?

Prima di tutto dovrà impugnare il licenziamento.

Il primo atto quindi consiste nel mandare al datore di lavoro una lettera di contestazione della risoluzione del rapporto di lavoro.

Questa lettera deve essere spedita entro 60 giorni da quando si è venuti a conoscenza formale del licenziamento.

La lettera (in gergo tecnico si chiama “l’impugnazione stragiudiziale”), può essere scritta anche dal lavoratore stesso (il lavoratore potrà comunque delegare un legale o un sindacato a farlo, magari per farsi aiutare con il gergo tecnico, se ne ha bisogno). Nel caso di delega la lettera dovrà comunque essere controfirmata dal lavoratore.

Se la lettera non bastasse, cioè se non si venisse reintegrati nel posto di lavoro o non si trovasse un accordo, il lavoratore potrà impugnare il licenziamento in Tribunale.

In questo caso sarà necessario rivolgersi ad un avvocato, e depositare tramite lui un ricorso in Tribunale (nella c.d. Sezione Lavoro) entro 180 giorni dalla spedizione della lettera di impugnazione stragiudiziale.

A quel punto, si aprirà un vero e proprio processo, che vedrà contrapposti il lavoratore ed il datore di lavoro, i quali chiederanno al Tribunale di decidere se il licenziamento fosse corretto o meno. Questo, ovviamente, avverrà se lavoratore e datore di lavoro non raggiungono un accordo (accordo che potrà essere raggiunto in qualsiasi momento del processo).

Il Giudice, al termine del processo, emetterà una sentenza, che dichiarerà la legittimità o meno del licenziamento. In altre parola, dirà se era giusto licenziare il lavoratore, oppure no. Nel caso dichiarasse che il licenziamento era illegittimo, a seconda dei casi e delle dimensioni dell’azienda,il Giudice potrà reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro o condannare il datore di lavoro ad un risarcimento economico.

La regola generale, infine, prevede che chi perde la causa dovrà pagare anche le spese legali sostenute dalla controparte.

 

 

 

 


lawAthena Staff