Società di persone. Cosa succede quando si scioglie il rapporto?
Come uscire da una società.
Lo scioglimento del singolo rapporto sociale può derivare dal recesso dalla società da parte del socio o dalla sua esclusione decisa dalla società stessa.
Anche la scomparsa di un socio determina lo scioglimento del singolo rapporto sociale.
Quando si può recedere e cosa succede?
Per recesso si intende il diritto del socio di determinare con un suo atto lo scioglimento del rapporto tra questo e la società.
Il recesso, così come l’esclusione, interessa il singolo vincolo non l’intero rapporto contrattuale.
Ciò vuol dire che la società rimane in vita senza il vecchio socio. Se però la società è di due persone, può rimanere in vita con un singolo socio fino ad un massimo di sei mesi, poi dovrà essere riformata la pluralità dei soci, pena lo scioglimento della società.
I soci possono recedere quando la società è contratta a tempo indeterminato o per tutta la vita di uno dei soci, nei casi previsti dal contratto sociale, o quando è presente una giusta causa.
Per giusta causa si intende, ad esempio, quando sorgono contrasti irreversibili tra i soci, abusi o grave negligenza degli amministratori, oppure si verifichi la perdita dei conferimenti a suo tempo dati alla società a titolo di partecipazione.
L’efficacia del recesso per giusta causa ha effetto immediato, negli altri casi, salvo patto contrario, ha effetto decorso il termine di preavviso di tre mesi dalla comunicazione del recesso.
Quando si può escludere un socio?
Nelle società di persone, dove è fondamentale il rapporto di fiducia tra i soci, i motivi di esclusione sono diversi e possono avere a che fare con casi di condotte particolarmente gravi che rendono inevitabile l’allontanamento.
La norma di riferimento (2286 c.c.) prevede, quali ipotesi di esclusione, l’interdizione o l’inabilitazione del socio, nonché il caso in cui sia intervenuta nei suoi confronti una condanna penale che importi l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici.
Altri casi riguardano l’impossibilità sopravvenuta di prestare l’opera, per il socio che partecipa alla società attraverso l’opera stessa, o il perimento dei beni conferiti a titolo di partecipazione.
Quanto alla gravità della condotta posta in essere dal socio escluso la norma fa riferimento a “gravi inadempienze delle obbligazioni che derivano dalla legge o dal contratto sociale”.
Ad esempio, è una grave inadempienza l’utilizzo da parte di un socio, senza il consenso degli altri soci, delle cose appartenenti al patrimonio sociale per fini estranei a quelli della società.
Ed ancora, è una grave inadempienza la distrazione di somme appartenenti alla società, per fini personali, in particolare se posta in essere abusando delle proprie funzioni, come nel caso di socio che svolga anche la funzione di amministratore.
Il procedimento di esclusione avviene attraverso una delibera societaria. Sarà necessario il voto della maggioranza dei soci e per il calcolo della maggioranza non conterà il socio escluso.
La delibera va comunicata al socio escluso.
L’esclusione ha effetto decorsi trenta giorni dalla comunicazione. Il socio escluso, entro il termine di 30 giorni dalla conoscenza del provvedimento, potrà proporre opposizione alla delibera di esclusione davanti al Tribunale.
Se la società si compone di due soci, l’esclusione di uno di essi non può avvenire attraverso una delibera dell’assemblea della società ma dovrà essere pronunciata dal Tribunale.
Nei casi di scioglimento del singolo rapporto societario si ha diritto alla liquidazione della quota?
Nei casi di scioglimento dovuti a recesso o ad esclusione, il socio uscente ha diritto alla liquidazione della quota societaria.
Nei casi di scomparsa del socio, il diritto alla liquidazione della quota spetterà agli eredi di quest’ultimo.
La liquidazione della quota sarà determinata secondo l'effettiva consistenza del patrimonio sociale al momento in cui opera lo scioglimento.
Avv. Renzo Di Gregorio
Avv. Renzo Di Gregorio
Athena Avvocato Torino