Contabilità semplificata, contabilità ordinaria: quali sono le differenze?

Contabilità semplificata e contabilità ordinaria sono due regimi contabili.

I regimi contabili sono le modalità con cui è tenuta la contabilità aziendale e si differenziano in base alla tipologia dell'impresa e degli adempimenti.

Due modi diversi di tenere la contabilità, per farla semplice.

Sempre basati su dare e avere, ovvio: ma nel caso della semplificata, come dice il nome stesso, c’è qualche adempimento in meno.

Proviamo a fare un po’ di chiarezza in un argomento molto tecnico, quindi non semplice.

La contabilità semplificata

La contabilità semplificata, come si può dedurre dal nome, è una procedura più semplice.

Prevede la registrazione delle fatture emesse, ricevute e dei costi che un'impresa sostiene e che non vengono necessariamente fatturati (si pensi ad esempio alla ricevuta emessa da un privato in relazione ai canoni d'affitto pagati).

Non prevede la gestione della parte patrimoniale.

Difficile? Un po’, ve l’avevamo detto.

Versione semplificata: tengo traccia di costi e ricavi, senza considerare incassi e pagamenti.

 

La contabilità ordinaria

La contabilità ordinaria è invece più complessa e più completa.

Oltre alla registrazione delle fatture emesse e ricevute, prevede la registrazione dei movimenti di banca e di cassa (prima nota).

Di conseguenza, oltre alla parte economica, avremo anche la parte patrimoniale e finanziaria dell'impresa.

In sintesi, avremo il quadro completo (economico, patrimoniale e finanziario) dell’impresa.

 

Chi può adottare la contabilità semplificata

Abbiamo capito (e forse non vi serviva un articolo) che la contabilità semplificata è più facile di quella ordinaria.

Quindi, essendo più facile, anche il commercialista vi costa di meno.

Perché allora non la adottano tutti?

Perché possono adottarla solo determinate categorie di imprese, e solo entro certi limiti.

Le categorie sono:

- i professionisti;

- le imprese individuali;

- le società di persone e assimiliate.

Sempre? 

No, come vi anticipavamo queste categorie devono comunque non aver superato i seguenti ricavi nell’anno precedente a quello in corso:

€. 500.000 se esercenti attività di prestazione di servizi

€. 800.000 se esercenti attività di cessione di beni.

 

Chi è obbligato ad adottare la contabilità ordinaria

Ci sono poi soggetti che, per legge, devono sempre adottare la contabilità ordinaria.

Anche se fatturano 1 euro l’anno.

Anche se non fatturano nulla!

Sono in primis tutte le società di capitali: Spa, Srl, Sapa, Cooperative.

Ecco perché è sentito comune che “costino di più” già in partenza.

Ci sono poi altri soggetti minori, usati raramente, sempre obbligati alla contabilità ordinaria: non li citiamo, però, per non creare confusione.

Non dimentichiamoci, ovviamente, che sono obbligati alla contabilità ordinaria tutti coloro che hanno superato i ricavi precisati prima.

 

Sappiate che nulla vieta, infine, di optare per il regime ordinario pur non essendo obbligati per legge a farlo.

Scelta inutile?

No, non è detto. Più costosa, questo è sicuro. Ma potrebbe essere utile per tutti coloro che avessero piacere di tenere sotto controllo la propria impresa a 360 gradi.

Athena Staff